A chi rivolgersi? Osteopata, Chiropratico o Fisioterapista?
Oggi voglio parlarti delle differenze, delle similitudini e di come interagiscono queste 3 figure.

Chiropratica ed Osteopatia
Sono due discipline che possono sembrare simili poiché entrambe terapie manuali olistiche complementari alla medicina classica. Esse considerano dunque l’essere umano nella sua globalità andando a ricercare, attraverso la valutazione dei vari sistemi, le cause della sintomatologia: l’obiettivo è quello di ristabilire l’omeostasi, ovvero l’equilibrio corporeo, favorendo così la naturale tendenza ad attivare i processi di autoguarigione ed autoregolazione;
Secondo la Chiropratica il raggiungimento dell’omeostasi si ottiene attraverso il sistema nervoso. Esso è costituito da cervello, midollo spinale (contenuto all’interno della colonna vertebrale) e dai nervi che fuoriescono dalla colonna vertebrale, che vanno a fornire le diverse innervazioni in tutto il corpo. Manipolando dunque principalmente la colonna, ma anche cranio e arti, e ripristinando il corretto movimento nelle articolazioni, si andrà conseguentemente a ripristinare il corretto flusso nervoso e a liberare le strutture interessate.
Per quanto riguarda l’Osteopatia invece, il raggiungimento dell’omeostasi avviene tramite il sistema vascolare, agendo sulla liberazione delle sue vie. Ciò avviene tramite manipolazioni a livello di struttura (muscoli, ossa e articolazioni), visceri, connettivo (il tessuto che relaziona muscoli, ossa, vasi e nervi) e cranio/sacro. Liberando le strutture che limitano l’afflusso sanguigno nelle zone disfunzionali, si otterrà quindi una maggiore irrorazione in tali aree, con un conseguente aumento dell’apporto di ossigeno e sostanze nutritive, oltre ad una migliore eliminazione delle tossine e sostanze di scarto. In tal modo si otterrà una più rapida e completa guarigione e ripresa, da parte del corpo stesso.
Tali differenze di pensiero si ripercuotono anche nel trattamento manipolativo:
Le sedute chiropratiche hanno una durata solitamente minore (circa 15-30 minuti) e sono più ravvicinate nel tempo.
- Le sedute osteopatiche hanno invece una durata variabile tra i 45 minuti e 1 ora, e richiedono solitamente una minore frequenza.
Ovviamente, in entrambi i casi, la durata di ogni seduta e la frequenza di queste dipendono dalla condizione di salute del paziente e dalle tecniche utilizzate.
La Chiropratica e l’Osteopatia, avvalendosi di un approccio causale e non sintomatico (spesso la causa del dolore è altrove rispetto alla zona dolorosa) ricercano le alterazioni funzionali del corpo che portano al manifestarsi di segni, sintomi e dolori di vario genere. Queste condizioni, se protratte nel tempo, creano “terreno fertile” per l’insorgenza di patologie: proprio per questo motivo entrambe le discipline si collocano nell’ambito della prevenzione. Dunque gli obiettivi che si intendono raggiungere mediante questi approcci di trattamento sono gli stessi, così come le possibili patologie e disturbi che possono essere curati e trattati con successo (dolore cronico, ansia, difetti posturali e comportamentali, neuropatie ecc.); cambia però sostanzialmente la modalità con la quale si approccia e si affronta il problema.
Diversa è invece la modalità di trattamento della Fisioterapia: questa disciplina infatti mira al recupero del corpo andando a svolgere interventi di riabilitazione e cura nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori o di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita come ad esempio traumi, ictus o post interventi chirurgici. Spesso il suo lavoro è orientato alla riabilitazione della funzione lesa e alla cura della sintomatologia locale. Il fisioterapista dunque focalizza maggiormente i propri trattamenti sulle zone interessate dal dolore, con l’obiettivo di ripristinare l’area che presenta la sintomatologia avvalendosi anche di terapie strumentali (tecar, ultrasuoni, onde d’urto…), al fine di ottenere un miglior risultato terapeutico.
Capiamo cosi che si parla di discipline diverse ma assolutamente complementari, infatti tutte e tre
Utilizzano il movimento come cura,
Collaborano con professionisti sanitari,
- Agiscono a livello muscolo-scheletrico
Vien dunque da sè sottolineare come l’integrazione e la cooperazione professionale siano imprescindibili, laddove la Salute e la tutela del paziente sono il fine ultimo.
Chiropratica ed Osteopatia
Sono due discipline che possono sembrare simili poiché entrambe terapie manuali olistiche complementari alla medicina classica. Esse considerano dunque l’essere umano nella sua globalità andando a ricercare, attraverso la valutazione dei vari sistemi, le cause della sintomatologia: l’obiettivo è quello di ristabilire l’omeostasi, ovvero l’equilibrio corporeo, favorendo così la naturale tendenza ad attivare i processi di autoguarigione ed autoregolazione;
Secondo la Chiropratica il raggiungimento dell’omeostasi si ottiene attraverso il sistema nervoso. Esso è costituito da cervello, midollo spinale (contenuto all’interno della colonna vertebrale) e dai nervi che fuoriescono dalla colonna vertebrale, che vanno a fornire le diverse innervazioni in tutto il corpo. Manipolando dunque principalmente la colonna, ma anche cranio e arti, e ripristinando il corretto movimento nelle articolazioni, si andrà conseguentemente a ripristinare il corretto flusso nervoso e a liberare le strutture interessate.
Per quanto riguarda l’Osteopatia invece, il raggiungimento dell’omeostasi avviene tramite il sistema vascolare, agendo sulla liberazione delle sue vie. Ciò avviene tramite manipolazioni a livello di struttura (muscoli, ossa e articolazioni), visceri, connettivo (il tessuto che relaziona muscoli, ossa, vasi e nervi) e cranio/sacro. Liberando le strutture che limitano l’afflusso sanguigno nelle zone disfunzionali, si otterrà quindi una maggiore irrorazione in tali aree, con un conseguente aumento dell’apporto di ossigeno e sostanze nutritive, oltre ad una migliore eliminazione delle tossine e sostanze di scarto. In tal modo si otterrà una più rapida e completa guarigione e ripresa, da parte del corpo stesso.
Tali differenze di pensiero si ripercuotono anche nel trattamento manipolativo:
-
Le sedute chiropratiche hanno una durata solitamente minore (circa 15-30 minuti) e sono più ravvicinate nel tempo.
- Le sedute osteopatiche hanno invece una durata variabile tra i 45 minuti e 1 ora, e richiedono solitamente una minore frequenza.
Ovviamente, in entrambi i casi, la durata di ogni seduta e la frequenza di queste dipendono dalla condizione di salute del paziente e dalle tecniche utilizzate.
La Chiropratica e l’Osteopatia, avvalendosi di un approccio causale e non sintomatico (spesso la causa del dolore è altrove rispetto alla zona dolorosa) ricercano le alterazioni funzionali del corpo che portano al manifestarsi di segni, sintomi e dolori di vario genere. Queste condizioni, se protratte nel tempo, creano “terreno fertile” per l’insorgenza di patologie: proprio per questo motivo entrambe le discipline si collocano nell’ambito della prevenzione. Dunque gli obiettivi che si intendono raggiungere mediante questi approcci di trattamento sono gli stessi, così come le possibili patologie e disturbi che possono essere curati e trattati con successo (dolore cronico, ansia, difetti posturali e comportamentali, neuropatie ecc.); cambia però sostanzialmente la modalità con la quale si approccia e si affronta il problema.
Diversa è invece la modalità di trattamento della Fisioterapia: questa disciplina infatti mira al recupero del corpo andando a svolgere interventi di riabilitazione e cura nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori o di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita come ad esempio traumi, ictus o post interventi chirurgici. Spesso il suo lavoro è orientato alla riabilitazione della funzione lesa e alla cura della sintomatologia locale. Il fisioterapista dunque focalizza maggiormente i propri trattamenti sulle zone interessate dal dolore, con l’obiettivo di ripristinare l’area che presenta la sintomatologia avvalendosi anche di terapie strumentali (tecar, ultrasuoni, onde d’urto…), al fine di ottenere un miglior risultato terapeutico.
Capiamo cosi che si parla di discipline diverse ma assolutamente complementari, infatti tutte e tre
-
Utilizzano il movimento come cura
-
Collaborano con altri professionisti sanitari
- Agiscono a livello muscolo-scheletrico
Vien dunque da sè sottolineare come l’integrazione e la cooperazione professionale siano imprescindibili, laddove la Salute e la tutela del paziente sono il fine ultimo.

